            La Prova              Facci sognare      &ldquo;STUPIRE&rdquo;&egrave; un vocabolo che tra gli scooter non va di moda ma questa volta tocca arrendersi all&rsquo;evidenza. E non per via di forme strane o scelte tecniche astruse, ma perch&eacute; un motore normalissimo viaggia come un missile, e perch&eacute; uno scooter che proviene da Taiwan ha una linea da far arrossire molti europei. Pi&ugrave; in generale, perch&eacute; con il Downtown 300 la&nbsp;Kymco colpisce duro entrando a gamba tesa nella fascia pi&ugrave; elevata, quella dei mezzi che non rinunciano alla qualit&agrave; per il prezzo, e lo fa restando su una cifra che non &egrave; da regalo ma &egrave; comunque interessante: 4.199 euro f.c. Non c&rsquo;&egrave; da stupirsi: il&nbsp;Downtown &egrave; in linea con la traiettoria che da anni il marchio taiwanese sta disegnando, una traiettoria che da un lato mantiene l&rsquo;attenzione ai mezzi supereconomici, ma ad essi ne affianca altri di taglio decisamente pi&ugrave; alto. Come questo, nel quale l&rsquo;influenza italiana ancora una volta &egrave; fortissima. Nel gusto, nell&rsquo;impostazione generale e nella linea moderna e spigolosa, opera del designer&nbsp;Massimo Zaniboni dell&rsquo;italianissimo Arkema Studio di Virgilio (MN). Nella cilindrata anche: 300 cm3, una cubatura che sta prendendo piede perch&eacute; rappresenta il punto di contatto tra i maxi e le taglie medie.DIMENSIONIgenerose, ottima abitabilit&agrave; e prestazioni brillanti: serve altro per il diporto a lungo raggio? Il Downtown &egrave; anche intuitivo. Per quanto sia un po&rsquo; lungo, ci si trova immediatamente a proprio agio, il baricentro molto basso e l&rsquo;eccellente equilibrio rendono tutto facile. La sella, larga e comoda, nelle soste porta a tenere le gambe allargate e per mettere gi&ugrave; entrambi i piedi bisogna stare sulle punte, eppure non si ha mai l&rsquo;impressione di essere in bilico. E in viaggio la sensazione &egrave; di una soddisfacente stabilit&agrave;, unita ad una guida che richiede uno sforzo minimo.                          I piedi sono avanzati per cui la conduzione &egrave; di manubrio, ma il Downtown non si scompone nemmeno se tra le curve si spinge un po&rsquo; il ritmo. &Egrave; rapido nelle inversioni di inclinazione e nell&rsquo;inserimento in traiettoria, bisogna per&ograve; insistere nell&rsquo;azione per fargli tenere la corda perch&eacute; l&rsquo;interasse significativo comporta una leggera tendenza ad allargare. Non &egrave; comunque uno scooter da pieghe, pu&ograve; permettersele ma &egrave; piacevole - ma piacevole davvero - andarci a spasso. Poco impegnativo e con un motore che riempie il cuore: c&rsquo;&egrave; qualche vibrazione sulla pedana ed il tiro &egrave; robusto gi&agrave; con un filo di gas, per cui a passo d&rsquo;uomo non guasta un filo di dolcezza nel polso destro, ma che bel carattere! Tira sempre, e se si gira la manetta spinge forte. La certificazione &egrave; nei numeri: 133 km/h&nbsp;effettivo a 7,950 giri con lpsosbnilit&agrave;di &ldquo;rubare&rdquo; altri 300-400 giri se si sfrutta una scia; e 17&rdquo;29 in accelerazione sui 400 metri, che &egrave; un gran bel tempo, solo di un soffio superiore a quello dell&rsquo;SH 300, avvantaggiato da un peso inferiore di 33 kg. Buono anche il consumo: 20,9 km/litro, cio&egrave; oltre 260 km di autonomia.                          &nbsp;LE SOSPENSIONI non sono fenomenali ma nemmeno malvage, un ragionevole compromesso tra prezzo ed efficienza: non filtrano proprio tutto ma non sono troppo secche e non ballano. Lo stesso giudizio si pu&ograve; trasferire ai freni, che danno una sensazione un po&rsquo; legnosa sulle leve ma sono efficaci e garantiscono spazi di arresto ottimi. Il Downtown si guida molto bene anche col passeggero, ha un parabrezza strettino ma il busto &egrave; coperto e le gambe ben protette, e offre un fantastico inserimento del conducente grazie alla azzeccatissima sagomatura della sella. In citt&agrave; si fa apprezzare anche per il notevole spazio sotto la sella che pu&ograve; ospitare un casco integrale assieme a parecchia altra roba, per l&rsquo;ampia visuale dei retrovisori e la buona visibilit&agrave; del cruscotto. Al suo interno, non molto eleganti i due pernini delle lancette illuminati ma... glie lo si pu&ograve; perdonare. Anche perch&eacute; qua la dotazione di accessori - ampia, come al solito - non ricade nella leziosit&agrave;. Tutto quello che c&rsquo;&egrave; serve davvero, ed &egrave; fatto bene, dal gancio a molla per caricare una borsa alle leve regolabili, dal doppio cavalletto al sistema che occlude la serratura di contatto, al cassetto sulla sinistra del controscudo con una chiusura a prova di apertura accidentale. S&igrave;, nonostante la trasmissione automatica, si pu&ograve; ben dire che il Downtown ha una marcia in pi&ugrave;. &nbsp;    &nbsp;            La tecnica              Pi&ugrave; cavalli meno attriti      Ha proprio una bella silhouette il Downtown, grintosa senza sconfinare nell&rsquo;aggressivo. E non si fa mancare niente, dai doppi fari al sistema che fa girare l&rsquo;aria dietro il parabrezza, da sotto, eliminando i vortici. Dimensioni abbondanti, &egrave; una ciclistica che potrebbe portare un motore ancora pi&ugrave; grosso, con il telaio a doppia culla sovrapposta che alza il tunnel ma regala rigidit&agrave; in frenata. Le sospensioni sono tradizionali: forcella con steli di 37 mm &Oslash;, motore basculante con braccio ausiliario e due ammortizzatori. Freni a disco, ci mancherebbe: 260 mm &Oslash; davanti e 240 mm &Oslash; dietro. E ruote &ldquo;medie&rdquo;, l&rsquo;anteriore di 14&rdquo; e la posteriore di 13&rdquo;. Insomma, nulla di sconvolgente, gli scooter non amano le rivoluzioni e tanto meno la Kymco che punta su soluzioni collaudate. Ad essere nuovo &egrave; il motore, il primo della famiglia &ldquo;G5&rdquo; che prevede anche le versioni 125 e 200. Questo, il 300, ha cilindrata piena (spesso le Case arrotondano) e misure quadre, 72,7 x 72 mm.                          &Egrave; stato studiato con l&rsquo;attenzione a ridurre perdite ed attriti, ad esempio nella testata - a 4 valvole, e anche questa &egrave; una novit&agrave; - c&rsquo;&egrave; un cuscinetto tra camma e bilanciere che riduce l&rsquo;attrito del 20%, e il 12% &egrave; stato risparmiato con un rivestimento di nitruro di cromo sui segmenti. Si tratta di un propulsore con la distribuzione monoalbero a camme in testa, naturalmente ad iniezione. Rispetto ai vecchi motori &egrave; stata rivista anche la trasmissione automatica con frizione centrifuga e variatore, per adeguarla alle brillanti prestazioni del G5: nuove le pulegge e nuova la cinghia, realizzate in materiali pi&ugrave; robusti per garantire maggiore affidabilit&agrave;.      

Prestazioni al top, linea azzeccata, finiture eccellenti

Prova Verit&agrave; - Kymco Downtown 300i

      DATI DICHIARATI Prezzo: 4.199 Euro f.c. Potenza: 32,8 CV (24,1 kW) a 8.000 giri/minuto Coppia: 3,46 kgm (33,9 Nm) a 6.500 giri/minutoPeso a secco: 179 kg Colori: amaranto, argento, bianco, nero      Guarda le foto              Stupire &egrave; un vocabolo che tra gli scooter non va di moda ma questa volta tocca arrendersi all&rsquo;evidenza. E non per via di forme strane o scelte tecniche astruse, ma perch&eacute; un motore normalissimo viaggia come un missile, e perch&eacute; uno scooter che proviene da Taiwan ha una linea da far arrossire molti europei. Pi&ugrave; in generale, perch&eacute; con il Downtown 300 la Kymco colpisce duro entrando a gamba tesa nella fascia pi&ugrave; elevata, quella dei mezzi che non rinunciano alla qualit&agrave; per il prezzo, e lo fa restando su una cifra che non &egrave; da regalo ma &egrave; comunque interessante: 4.199 euro f.c.       Non c&rsquo;&egrave; da stupirsi: il Downtown &egrave; in linea con la traiettoria che da anni il marchio taiwanese sta disegnando, una traiettoria che da un lato mantiene l&rsquo;attenzione ai mezzi supereconomici, ma ad essi ne affianca altri di taglio decisamente pi&ugrave; alto. Come questo, nel quale l&rsquo;influenza italiana ancora una volta &egrave; fortissima. Nel gusto, nell&rsquo;impostazione generale e nella linea moderna e spigolosa, opera del designer Massimo Zaniboni dell&rsquo;italianissimo Arkema Studio di Virgilio (MN). Nella cilindrata anche: 300 cm3, una cubatura che sta prendendo piede perch&eacute; rappresenta il punto di contatto tra i maxi e le taglie medie.          Dimensioni generose, ottima abitabilit&agrave; e prestazioni brillanti: serve altro per il diporto a lungo raggio? Il Downtown &egrave; anche intuitivo. Per quanto sia un po&rsquo; lungo, ci si trova immediatamente a proprio agio, il baricentro molto basso e l&rsquo;eccellente equilibrio rendono tutto facile. La sella, larga e comoda, nelle soste porta a tenere le gambe allargate e per mettere gi&ugrave; entrambi i piedi bisogna stare sulle punte, eppure non si ha mai l&rsquo;impressione di essere in bilico. E in viaggio la sensazione &egrave; di una soddisfacente stabilit&agrave;, unita ad una guida che richiede uno sforzo minimo. I piedi sono avanzati per cui la conduzione &egrave; di manubrio, ma il Downtown non si scompone nemmeno se tra le curve si spinge un po&rsquo; il ritmo.       &Egrave; rapido nelle inversioni di inclinazione e nell&rsquo;inserimento in traiettoria, bisogna per&ograve; insistere nell&rsquo;azione per fargli tenere la corda perch&eacute; l&rsquo;interasse significativo comporta una leggera tendenza ad allargare. Non &egrave; comunque uno scooter da pieghe, pu&ograve; permettersele ma &egrave; piacevole - ma piacevole davvero - andarci a spasso. Poco impegnativo e con un motore che riempie il cuore: c&rsquo;&egrave; qualche vibrazione sulla pedana ed il tiro &egrave; robusto gi&agrave; con un filo di gas, per cui a passo d&rsquo;uomo non guasta un filo di dolcezza nel polso destro, ma che bel carattere! Tira sempre, e se si gira la manetta spinge forte. La certificazione &egrave; nei numeri: 133 km/h effettivi a 7.950 giri, con la possibilit&agrave; di &ldquo;rubare&rdquo; altri 300-400 giri se si sfrutta una scia; e 17&rdquo;29 in accelerazione sui 400 metri, che &egrave; un gran bel tempo, solo di un soffio superiore a quello dell&rsquo;SH 300, avvantaggiato da un peso inferiore di 33 kg. Buono anche il consumo: 20,9 km/litro, cio&egrave; oltre 260 km di autonomia.            Le sospensioni non sono fenomenali ma nemmeno malvage, un ragionevole compromesso tra prezzo ed efficienza: non filtrano proprio tutto ma non sono troppo secche e non ballano. Lo stesso giudizio si pu&ograve; trasferire ai freni, che danno una sensazione un po&rsquo; legnosa sulle leve ma sono efficaci e garantiscono spazi di arresto ottimi. Il Downtown si guida molto bene anche col passeggero, ha un parabrezza strettino ma il busto &egrave; coperto e le gambe ben protette, e offre un fantastico inserimento del conducente grazie alla azzeccatissima sagomatura della sella. In citt&agrave; si fa apprezzare anche per il notevole spazio sotto la sella che pu&ograve; ospitare un casco integrale assieme a parecchia altra roba, per l&rsquo;ampia visuale dei retrovisori e la buona visibilit&agrave; del cruscotto.       Al suo interno, non molto eleganti i due pernini delle lancette illuminati ma... glie lo si pu&ograve; perdonare. Anche perch&eacute; qua la dotazione di accessori - ampia, come al solito - non ricade nella leziosit&agrave;. Tutto quello che c&rsquo;&egrave; serve davvero, ed &egrave; fatto bene, dal gancio a molla per caricare una borsa alle leve regolabili, dal doppio cavalletto al sistema che occlude la serratura di contatto, al cassetto sulla sinistra del controscudo con una chiusura a prova di apertura accidentale. S&igrave;, nonostante la trasmissione automatica, si pu&ograve; ben dire che il Downtown ha una marcia in pi&ugrave;.

2 risultati per 'Massimo Zaniboni'

Prova Verità - Kymco Downtown 300i

Kymco Downtown 300i